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TROIANE
TROIANE racconta la tragedia della guerra mettendo al centro il punto di vista della donna, portando in scena il dolore che si nasconde nei gesti di resistenza e accettazione che ogni madre, figlia o moglie è costretta a compiere per il bene della propria famiglia, della propria città o del proprio popolo quando è sconfitto in battaglia.
Le vicende narrate nel classico di Euripide sono il pretesto per dare voce a cinque donne stravolte dalla guerra: duemila anni fa come oggi, i conflitti spezzano l’anima umana, sconvolgendo ogni possibilità d’amore.
Uno spettacolo che si concentra, all’interno del mito, non sul divino ma sull’essere umano: scomparsi gli dei dalla scena, urla ancora più forte l’assurda, atroce follia dell’uomo che va alla conquista dell’altro.
La riscrittura del testo è frutto di una ricerca sul potere intrinseco della parola che ha dato vita a una vera e propria “lingua del Mediterraneo”, un melting pot di dialetti del sud Italia che dona allo spettacolo una componente ancestrale e profonda.
Questo codice richiama più un rito collettivo che un atto performativo e in questo modo avvicina lo spettatore all’opera viva degli attori.
Non esiste artificio scenico, tutto avviene sotto gli occhi del pubblico, dai cambi di personaggio, all’intonazione dei canti corali.
Fatta eccezione delle luci, non si ha bisogno di nient’altro che dell’attore per mettere in scena questo spettacolo. Un teatro fatto di evocazione e sentimenti.
Quelle donne che alla fine dello spettacolo si metteranno in mare per arrivare in chissà quale terra, le vediamo umiliate, battagliere, sopraffatte, sagge, fragili, in lacrime e con la bava alla bocca per la rabbia.
Ci si identifica, alla fine, a tal punto da non capire più quale sia la differenza tra noi e loro
Solo donne sul palco per trasformare la narrazione in un vero e proprio rito collettivo. Insieme a Roberta Calia che si cimenta con estrema destrezza nel doppio ruolo di Andromaca e Menelao, con lei altre quattro attrici-cantanti: Augusta Balla nei panni di una Ecuba che è fin da subito protagonista sulla scena, Paola Bertello che presta la vigorosa voce a una versione di Elena che si
allontana dallo stereotipo, Silvia Laniado mostra l’eccezionale talento canoro nelle vesti maschili di Taltibio e la giovanissima Cindy Balliu che interpreta con straziante intensità la pazzia di Cassandra. Tutti uomini invece dietro le quinte: la regia e la riscrittura del testo sono opera di Luigi Orfeo, mentre Alberto Cipolla è autore delle musiche originali. I costumi sono ideati da Stefano Sartore e realizzati da Colori Vivi, atelier in cui lavorano donne rifugiate
Dal successo dei pezzi è nato il progetto musicale “Troiane – Orginal Score” disponibile su Spotify e su tutte le piattaforme musicali.
Per gli arrangiamenti dell’album Alberto Cipolla si è avvalso di un organico più grande con cui ha potuto creare sonorità più complesse, andando ad attingere dal repertorio della musica popolare mediterranea.
Al brano che chiude l’album e lo spettacolo, Troades, è affidato il messaggio poetico dell’opera: cantato in una lingua inventata – fatta di fonemi desunti anche da una ninna nanna persiana – crea nel finale un momento privo di parole dove il testo scompare per lasciare spazio all’emozione.